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SCENA TERZA Silvia, Ascanio, coro di Pastorelle e Fauno.
FAUNO Silvia, Silvia, ove sei?
SILVIA accostandosi a Fauno: Fauno, che brami?
FAUNO a Silvia: Io di te cerco, o Ninfa, ad Ascanio, che si accosta dall'altro lato: E a te pur vengo, Giovanetto straniere.
SILVIA (Egli è stranier, qual sembra: ah certo è desso, Certo è lo Sposo mio.) A Fauno: Pastor, favella.
FAUNO a Silvia, scostandosi Ascanio: A te Aceste m'invia: di te chiedea: Qui condurti ei volea. Di già si sente La gran Diva presente. In ogni loco Sparge la sua virtù. Vedi quell'opra Che mirabil s'innalza? i Geni suoi La crearon pur di anzi. Io, e i Pastori Ne vedemmo il lavoro Mentre qua recavam ghirlande, e fiori. Ciò narrammo ad Aceste: ed egli a noi Meraviglie novelle Ne mostrò d'ogni parte. Oh se vedessi! Silvia, sul sacro albergo, Ove seco dimori, una gran luce Piove, e sfavilla intorno, e par, che rieda Pria di morir verso l'aurora il giorno. Tutto il pendio del colle, Onde quaggiù si scende, Di fior vernali, e di novelli germi Tutto si copre. Per la via risplende Un ignoto elemento Di rutile vivissime scintille, Onde aperto si vede, Che volò su quel suolo il divin piede. Ma troppo tardo omai.
SILVIA (Quanto ti deggio Amorosa Deità!)
FAUNO Volo ad Aceste: a Silvia, accennando di partire: Dirò, che più di lui Fu sollecito amore...
ASCANIO accostandosi a Fauno: Ed a me ancora Non volevi parlar gentil Pastore?
FAUNO ad Ascanio: Ah quasi l'obliai. Garzon, mi scusa In dì così ridente L'eccesso del piacer turba la mente Ad Aceste narrai Come qui ti conobbi, e ti lasciai.
ASCANIO E che perciò?
FAUNO Sorrise Lampeggiando di gioia il sacro veglio. Levò le mani al Cielo e palpitando: Sento, mi disse, un non inteso affetto Tutto agitarmi il petto...
SILVIA (Oh caro Sposo! Non ne dubito più.)
FAUNO Vanne, soggiunse, Cerca dello straniere.
SILVIA Il saggio Aceste Nell'indovina mente (Tutto sa, tutto vede, e tutto sente!)
ASCANIO Che vuol dunque da me?
FAUNO Per me ti prega, Che rimanghi tra noi finché si sveli A noi la nostra Dea. Vuol che tu sia De' favori di lei, De' felici Imenei del nostro bene Nuncio fedele a le rimote arene.
SILVIA (Oh me infelice! Aceste Dunque Ascanio nol crede!)
ASCANIO (Ahimè, che dico? Oh dura legge!)
FAUNO ad Ascanio: E che rispondi alfine?
ASCANIO Che ubbidirò... Che del felice Sposo Ammirerò il destin...
SILVIA (Misera! Oh Numi! Dunque Ascanio non è. Che fiero colpo! Che fulmine improvviso!) Si ritira e si siede abbattuta fra le Ninfe verso il fondo della Scena.