VALTON
Il rito augusto si compia senza me.
ad Arturo
Mercè di questo foglio
Voi sino al tempio libero passo avrete.
a Giorgio
Tu gli accompagnerai.
ad Enrichetta, che esce accompaniata da Bruno
O, nobil dama,
L'alto Anglican sovrano Parlamento
Ti chiama al suo cospetto: io ti son scorta.
ENRICHETTA
a se
Ahimè, che sento!
a Valton
E che si vuol da me?
a se
Mia speme è morta!
VALTON
A me s'addice
Obbedir e tacer. Altro non lice.
ARTURO
a Giorgio in disparte
È de' Stuardi amica?
GIORGIO
È prigioniera
Da moltre lune, e fu da ognun creduta
Amica de' Stuardi e messaggiera
Sotto mentito nome.
ARTURO
guardando pietosamente Enrichetta
O Dio! Che ascolto!
Deciso è il suo fato: essa è perduta.
O sventurata!
ENRICHETTA
accorgendosi d'Arturo
Qual pietade in quel volto!
VALTON
Oh, figli! al rito, alle pompose feste
S'appresti ognun. La nunziale veste
Va, o diletta, a indossar.
alle damigelle
Ite voi seco.
a Bruno
Fuori del vallo i miei destrier sian presti.
ad Enrichetta
La nostra andata c'è forza d'affrettar.
ai figli
Com'io v'unisca il cielo, o coppia amata.
Valton parte colle guardie: Giorgio ed Elvira partono colle damigelle. Arturo fa sembiante di partire, ma guarda attentamente all'intorno, quasi per assicurarsi che tutti sono andati.