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JAGO simulando di non aver visto Otello e fingendo di parlare fra sè Ciò m'accora.
OTELLO Che parli?
JAGO Nulla voi qui? una vana voce m'uscì dal labbro
OTELLO Colui che s'allontana dalla mia sposa, è Cassio?
JAGO Cassio? No quei si scosse come un reo nel vedervi.
OTELLO Credo che Cassio ei fosse.
JAGO Mio signore
OTELLO Che brami?
JAGO Cassio, nei primi dì del vostro amor, Desdemona non conosceva?
OTELLO Sì. Perchè fai tale inchiesta?
JAGO Il mio pensiero è vago d'ubbie, non di malizia.
OTELLO Di' il tuo pensiero, Jago.
JAGO Vi confidaste a Cassio?
OTELLO Spesso un mio dono o un cenno portava alla mia sposa.
JAGO Dassenno?
OTELLO: Si, dassenno. Nol credi onesto?
JAGO imitando Otello Onesto?
OTELLO Che ascondi nel tuo core?
JAGO Che asondo in cor, signore?
OTELLO "Che ascondo in cor, signore?" Pel cielo, tu sei l'eco dei detti miei, nel chiostro dell'anima ricetti qualche terribil mostro. Sì, declamato ben t'udii poc'anzi mormorar: "Ciò m'accora." Ma di che t'accoravi? Nomini Cassio e allora tu corrughi la fronte. Suvvia, parla, se m'ami.
JAGO Voi sapete ch'io v'amo.
OTELLO Dunque senza velami t'esprimi, e senza ambagi. T'esca fuor dalla gola il tuo più rio pensiero colla più ria parola.
JAGO S'anco teneste in mano tutta l'anima mia nol sapreste.
OTELLO Ah!
JAGO avvicinandosi molto ad Otello e sottovoce Temete, signor, la gelosia! è un'idra fosca, livida, cieca, col suo veleno sè stessa attosca, vivida piaga le squarcia il seno.
OTELLO Miseria mia! No! il vano sospettar nulla giova. Pria del dubbio l'indagine, dopo il dubbio la prova, dopo la prova (Otello ha sue leggi supreme), amore e gelosia vadan dispersi insieme!