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SCENA SECONDA Elisabetta da un lato, Cecil dall'altro e detti.
Scena e Duettino
ELISABETTA Ebben?
CECIL Del reo le sorti Furo a lungo agitate; Più d'amistà, che di ragion possente Il Duca vivamente Lo difese, ma invan. Recar ti deve La sentenza egli stesso.
ELISABETTA a voce bassa Ed era?
CECIL a voce bassa Morte!
SCENA TERZA Gualtiero Raleigh e detti.
RALEIGH Regina
ELISABETTA Può la corte allontanarsi; Richiamata in breve qui fia! tutti partono tranne Raleigh Tanto indugiasti?
RALEIGH Assente egli era, Ed al palagio suo non fe ritorno Che sorto il nuovo giorno.
Elisabetta si turba
ELISABETTA Segui!
RALEIGH Fu disarmato; E nel cercar se criminosi fogli Nelle vesti chiudesse, i miei seguaci Vider che in sen celava Serica sciarpa. Comandai che tolta gli fosse; D'ira temeraria e stolta Egli avvampando: «Pria», gridò, «strapparmi Vi è d'uopo il cor dal petto!» Del Conte la repulsa Fu vana
ELISABETTA E quella sciarpa? .
RALEIGH Eccola.
ELISABETTA (Oh rabbia! ) Cifre d'amor qui veggio! È tremante di sdegno; ma volgendo uno sguardo a Gualtiero riprende la sua maestà Al mio cospetto colui si tragga. Raleigh parte Ho mille furie in petto!
gettando la sciarpa sur una tavola ch'è nel fondo della scena