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Duet: No no questa sentenza

Compositor: Monteverdi Claudio

Ópera: La coronación de Popea

Papel: Ottone (Mezzo)

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Partitura vocal

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SCENA IV
Ottone, Nerone, Drusilla, Littore con molti simili.
Ottone vedendo rea l'innocente Drusilla
palesa se medesimo, colpevole del fatto
confessando aver voluto commettere il delitto
per commissione d'Ottavia imperatrice,
Nerone inteso ciò li salva la vita, dandoli l'esilio,
e spogliandolo di fortune, Drusilla chiede in grazia
d'andar in esilio seco e partono consolati,
Nerone decreta il repudio d'Ottavia imperatrice,
e che oltre all'esilio sia posta
in una barca nel mare a discrezione de'venti.

OTTONE
No, no, questa sentenza
Cada sopra di me che ne son degno.

DRUSILLA
Io fui la rea
ch'uccider volli
L'inocente Poppea.

OTTONE
Siatemi testimoni, o cieli, o dei,
Innocente è costei.

DRUSILLA
Quest'alma, e questa mano
Fur le complici sole;
A ciò m'indusse un odio occulto antico;
Non cercar più, la verità ti dico.

OTTONE
Innocente, innocente è costei.
Io con le vesti di Drusilla andai,
Per ordine di Ottavia imperatrice
Ad attentar la morte di Poppea.
Dammi signor, con la tua man la morte.

DRUSILLA
Io fui la rea, ch'uccider volli
L'innocente Poppea.

OTTONE
Giove, Nemesi, Astrea
Fulminate il mio capo,
Che per giusta vendetta
Il patibolo orrendo a me s'aspetta.

DRUSILLA
A me s'aspetta.

OTTONE
A me s'aspetta.

DRUSILLA
A me.

OTTONE
A me.

DRUSILLA
A me.

OTTONE
A me s'aspetta.
Dammi, signor, con la tua man la morte;
E se non vuoi che la tua mano adorni
Di decoro il mio fine,
Mentre della tua grazia io resto privo
All'infelicità lasciami vivo.
Se tu vuoi tormentarmi
La mia coscienza ti darà i flagelli;
S'a leoni, ed a gl'orsi espormi vuoi,
Dammi in preda al pensier delle mie colpe,
Che mi divorerà l'ossa e le polpe.

NERONE
Vivi, ma va ne' più remoti lidi
Di titoli spogliato, e di fortune,
E serva a te mendico, e derelitto,
Di flagello, e spelonca il tuo delitto.
E tu ch'ardisti tanto,
O nobile matrona,
Per ricoprir costui
D'apportar salutifere bugie
Vivi alla fama della mia clemenza,
Vivi alle glorie della tua fortezza,
E sia del sesso tuo nel secol nostro
La tua costanza un adorabil mostro.

DRUSILLA
In esilio con lui
Deh, signor mio, consenti,
Ch'io tragga i giorni ridenti.

NERONE
Vanne come ti piace.

OTTONE
Signor, non son punito, anzi beato;
La virtù di costei
Sarà richezza, e gloria a'giorni miei.

DRUSILLA
Ch'io viva, o mora teco: altro non voglio.
Dono alla mia fortuna
Tutto ciò che mi diede,
Purché tu riconosca
In cor di donna una costante fede.

LITTORE
Orsù, orsù finiamola, andate alla malora.

NERONE
Delibero e risolvo
Con editto solenne
Il ripudio d'Ottavia,
E con perpetuo esilio
Da Roma io la proscrivo.
Sia pur condotta
al più vicino lido.
Le s'appresti in momenti
Qualche spalmato legno,
E sia commessa al bersagliao de'venti.
Convengo giustamente risentirmi.
Volate ad ubbidirmi.