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SCENA III Seneca, Famigliari. Seneca consola i suoi famigliari, quali lo dissuadono a morire, e ordina a quelli di prepararli il bagno per ricever la morte.
SENECA Amici è giunta l'ora Di praticare in fatti Quella virtù, che tanto celebrai. Breve angoscia è la morte; Un sospir peregrino esce dal core, Ov'è stato molt'anni, Quasi in ospizio, come forastiero, E se ne vola all'Olimpo, Della felicità soggiorno vero.
FAMIGLIARI Non morir, Seneca, no. Io per me morir non vo'.
RITORNELLO I°: Questa vita è dolce troppo, II°: Questo ciel troppo è sereno, III°: Ogni amar, ogni veleno
I TRE Finalmente è lieve intoppo.
RITORNELLO I°: Se mi corco al sonno lieve, II°: Mi risveglio in sul mattino, III°: Ma un avel di marmo fino,
I TRE Mai no dà quel che riceve. Io per me morir non vo'. Non morir, Seneca.
RITORNELLO
SENECA Supprimete i singulti, Rimandate quei pianti Dai canali degl'occhi Alle fonti dell'anime, o miei cari. Vada quell'acqua omai A lavarvi dai cori Dell'incostanza vil le macchie indegne. Altr'esequie ricerca, Ch'un gemito dolente Seneca moriente. Itene tutti, a prepararmi il bagno, Che se la vita corre Come il rivo fluente, In un tepido rivo Questo sangue innocente io vo' che vada A imporporarmi del morir la strada.