ARSACE Ah! tu gelar mi fai. (Legge) "Nino spirante al suo fedel Fradate: Io muoio... avvelenato. Salva da egual periglio Ninia, il mio dolce figlio... Ch'ei mi vendichi un giorno... Assur fu il traditore... La mia perfida sposa...". Oh! qual orrore! (S'abbandona fra le braccia d'Oroe). In sì barbara sciagura Mi apri tu le braccia almeno: Lascia ch'io a te versi in seno Il mio pianto, il mio dolor. A quest'anima smarrita Porgi tu conforto, aita: Di mie pene al crudo eccesso Langue oppresso in petto il cor.